La classifica delle prime 400 aziende di moda e abbigliamento nel 2023

Principali trend emergenti

SOSTENIBILITA’. E’ in crescita la percentuale di consumatori attenti ai temi della sostenibilità (il 59% per Sita Ricerche), che nel tessile-abbigliamento si declinano sui temi dell’ impiego di energie rinnovabili, riduzione delle emissioni, e riciclo delle materie prime, per il quale occorre menzionare l’iniziativa di Sistema Moda Italia  che ha costituito il consorzio Retex Green per la gestione degli scarti tessili.

Se poi saliamo a livello di legislazione la sensibilità è ancor maggiore, con i provvedimenti allo studio dell’Unione Europea tesi a ridurre l’impatto ambientale del comprato tessile-abbigliamento attraverso la gestione dei rifiuti, la trasparenza e la tracciabilità, l’obbligo di prevedere, già in fase di progettazione, la durevolezza, la riciclabilità e il riuso dei prodotti. In questo senso la direttiva “EU Green Claims” richiede che le dichiarazioni di sostenibilità possano essere verificate.

Una trattazione a parte merita il fenomeno emergente, ma in rapida crescita, dell’acquisto di prodotti di seconda mano, favorito da una serie di fattori, primo tra tutti la diminuzione del potere di acquisto delle famiglie attanagliate dalle crescite inflattive e stabilità dei salari. Si aggiunge poi la disaffezione verso il fast fashion (vedi la crisi delle piattaforme ASOS e Farfetch), sempre più percepito come poco sostenibile, il contestuale diffondersi di veri e propri swap party organizzati spontaneamente sul territorio dove scambiarsi abiti usati, e la crescita di piattaforme digitali specializzate nella vendita di abiti usati.

Un esempio su tutte è rappresentato da Vinted che nel 2023 ha visto crescere i suoi ricavi del +61%, all’interno di un mercato, quello della vendita di abiti usati, che GlobalData ha stimato in crescita del +18% nel 2023, per un controvalore di 197 miliardi di dollari a livello mondo.

Secondo Sita Ricerche nel 2023 il 10% delle famiglie italiane ha acquistato capi di abbigliamento usato, con una spesa media di 71 euro per un totale 196 milioni di euro. E se è vero che aumenta la sensibilità verso la sostenibilità, dall’altro lato il 53% dei consumatori non è disposto a pagare di più per un prodotto sostenibile. Non è un caso se il mercato italiano dell’abbigliamento low cost comincia ad affollarsi con la presenza di nuovi player quali Primark, Kik, Shein e Pepco.

E-COMMERCE  E INTELLIGENZA ARTIFICIALE. Secondo il Politecnico di Milano le vendite on line di abbigliamento e accessori hanno raggiunto  i 5,8 miliardi di euro nel 2023,  facendo registrare una crescita del +11% rispetto al 2022.  Le aziende sperimentano soluzioni diverse per ottimizzare i processi, dalla trasformazione  dei negozi fisici in punti di ritiro degli ordini, a nuove strategie per la gestione integrata dell’inventario e delle rimanenze di magazzino.

Per tamponare da una parte il fenomeno emergente degli abiti usati, come descritto sopra, e sfruttarne le opportunità dall’altra, anche i brand si attivano con iniziative di vario genere, solo per citarne alcune: Canada Goose ha lanciato una piattaforma dove i clienti possono dare in permuta i capi di abbigliamento, H&M ha avviato in collaborazione con il marketplace ThredUP il servizio di vendita dei prodotti pre-loved, Petit Bateau sta sperimentando il noleggio dei capi tramite l’acquisto di una box di prodotti selezionati, Mango ha sviluppato un progetto pilota dedicato al noleggio dei capi.

Il comparto tessile-abbigliamento guarda sempre con maggiore interesse alle opportunità che offre l’intelligenza artificiale generativa in termini di personalizzazione dell’esperienza d’acquisto. Tra le esperienze più rilevanti sono da evidenziare il gruppo Kering, che ha lanciato sul marketplace Knxt un chatbot alimentato da ChatGpt che funge da personal shopper, Zegna che ha introdotto una soluzione che suggerisce i prodotti ai clienti via e-mail o WhatsApp, Doppelgänger con una iniziativa di live shopping per promuovere le collezioni e offrire sconti utilizzabili online e offline.

Prospettive Future

Le prospettive future per il comparto tessile-abbigliamento in Italia sono complesse. Il contesto macroeconomico generale caratterizzato da inflazione crescente e tassi di interesse elevati potrebbe influire negativamente sulla domanda.

I volumi di vendita, a seconda del tipo di attività, registrano una flessione compresa tra -20%-70% nei primi mesi del 2024.

Dal lato dell’offerta le aziende devono fare i conti anche con l’andamento crescente dei costi delle materie prime, dei costi energetici, e di scenari internazionali sempre più conflittuali che vanno ad impattare sui tempi delle forniture, e la volatilità dei costi di trasporto.